

Qualche giorno fa ho preparato la pasta alla carbonara (non gli spaghetti, come tradizionalmente faccio, bensì i maccheroncini...Lo so, molti mi odieranno; ma le ricette bisogna anche adattarle ai propri gusti o, magari, a quello che si ha in casa) .
Cercando in internet info su questo piatto, ho scoperto che taluni attribuiscono le origini della carbonara a Roma, altri le collegano ai carbonai dell'Umbria, altri ancora ne rivendicano la vera paternità al paese pugliese di Carbonara, nella provincia di Bari, altre fonti la considerano una tipica ricetta del Piemonte; e c’è invece chi ne attribuisce la paternità ad Ippolito Cavalcanti, nobile napoletano che ne aveva pubblicato la ricetta in un suo libro.Altri dicono che sia legato agli aderenti ai moti carbonari. La carbonara è l'evoluzione del piatto che anticamente si chiamava cacio e ova, di origini Laziali e Abruzzesi, che i carbonari usano portare nei loro "tascapane", preparati anche il giorno prima e consumati freddi, con il solo utilizzo delle mani (uguale per la cacio e pepe quando non avevano le uova).Un'ipotesi sul nome è infine collegata alla presenza del pepe nero macinato sulla pasta così da annerirla come se fosse appunto polvere di carbone.
Le uova sbattute inoltre, non dovrebbero mai essere unite alla pasta sul fuoco, poichè questo causerebbe la cottura delle uova ottenendo un effetto frittata: leuova devono infatti essere unite subito dopo la scolatura della pasta, cercando di evitare di farle entrare in contatto con le pentole troppo calde.
La ricetta originale non prevede l´utilizzo della panna;, in effetti basta amalgamare bene il pecorino con le uova per ottenere una giusta cremosità lasciando cosi il piatto più leggero e meno calorico, ma questa volendo, è una possibile variante da provare, come da provare è la variante che prevede l'utilizzo di metà dose di pecorino e metà dose di parmigiano grattugiati.
La pasta prediletta dagli amanti della carbonara, sono senza dubbio gli spaghetti, anche se, dato il particolare tipo di condimento molto cremoso, non sono da disdegnare altri tipi di pasta lunga, come ad esempio spaghetti alla chitarra, di sezione quadrata, oppure i vermicelli, più grossi degli spaghetti, o ibucatini, con foro centrale.
fonte: Giallo Zafferano
Ingredienti:
1 vasetto di yogurt magro
2 vasetti di zucchero (io uso lo zefiro dell'Eridania)
2 vasetti di farina 00
1 vasetto di fecola di patate (o frumina)
1 vasetto di olio di semi ( io ne metto 1/2)
1 bustina di lievito
3 uova medie
Procedimento:
Separare i tuorli dagli albumi. Montare gli albumi in una terrina con un pizzico di sale.
Montare i tuorli con lo zucchero. Aggiungere il vasetto di yogurt continuando a mescolare con la frusta.Aggiungere l’olio a filo continuando sempre a mescolare. Aggiungere ora la farina, la fecola e il lievito. Infine incorporare gli albumi montati a neve.Imburrare e infarinare uno stampo a cerniera da 24 cm e versare l’impasto della torta 7 vasetti all’interno.Infornare la torta 7 vasetti in forno preriscaldato e cuocere a 180° per 30 minuti circa.
Crema chantilly alla vaniglia:
Ingredienti:
4 tuorli,
4 cucchiai di farina,
5 cucchiai di zucchero,
400 ml di latte,
1 scorza di limone + una stecca di vaniglia (io ho usato l'essenza)
250 ml di panna per dolci
Procedimento:
Fate bollire il latte con una stecca di vaniglia ( o se non l’avete, utilizzate una bustina di vanillina).
In una terrina,montare i tuorli con lo zucchero.
Incorporare alle uova la farina setacciata.Versare ora il latte a filo nel composto con le uova e mescolate il tutto.
Trasferire il composto in un pentolino e cuocere la crema mescolando di continuo per non far creare grumi. Lasciate sobbollire finchè la crema non si addensa.
Appena la crema si sarà raffreddata, iniziate a montare la panna.
Incorporare dolcemente la panna alla crema pasticciera cercando di non smontare la crema chantilly.
Tagliare la torta a metà, farcirla con la crema, i frutti di bosco, e spolverate con zucchero a velo...